Progressi della ricerca sul recettore CB2 cerebrale

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVI – 02 febbraio 2019.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: AGGIORNAMENTO]

 

Il tipo 2 dei recettori degli endocannabinoidi (CB2) è stato a lungo considerato un recettore esclusivamente periferico e, anche quando è stata dimostrata la sua presenza sulla membrana di neuroni cerebrali, si è ritenuto ragionevole trascurarlo nella ricerca sui meccanismi cerebrali di anandamide e 2AG, per la sua limitatissima espressione rispetto al CB1, recettore centrale per eccellenza. Tuttavia, recenti progressi tecnologici nella rilevazione dei geni, insieme con la disponibilità di linee murine transgeniche, indicano che i recettori CB2 sono espressi sia nei neuroni che nelle cellule gliali del cervello in particolari condizioni fisiologiche e patologiche, e sono implicati in numerose funzioni ai livelli cellulare e comportamentale.

Jordan e Xi hanno fatto il punto delle conoscenze attuali su questo sottotipo di recettori, passando in rassegna i principali studi condotti di recente in questo campo.

(Jordan C. J. & Xi Z. X., et al., Progress in Brain Cannabinoid CB2 Receptor Research: From Genes to Behavior. Neuroscience & Biobehavioral Reviews – AOP doi: 10.1016/j.neubiorev.2018.12.026, 2019).

La provenienza degli autori è la seguente: Addiction Biology Unit, Molecular Targets and Medications Discovery Branch, National Institute on Drug Abuse (NIDA), Intramural Research Program, Baltimore, MD (USA).

Si ricorda che, durante la ricerca dei recettori delle neurochinine (NK) nelle cDNA libraries del cervello di ratto, venne alla luce una nuova proteina 7TM G-accoppiata. Questo polipeptide di 473 aminoacidi non rispondeva ad alcuna NK conosciuta, ed era dunque un recettore privo di agonista, o “orfano”, come si dice nel gergo della biologia molecolare. La tecnica dell’ibridizzazione in situ dell’mRNA ha poi consentito di realizzare mappe della distribuzione cerebrale di questo recettore orfano; definita tale topografia, è stato possibile un confronto con la localizzazione di un ligando cannabinoide radiomarcato, 3HCP-55940, giungendo al sospetto che il recettore orfano fosse in realtà la molecola recettoriale degli endocannabinoidi. Tale sospetto divenne certezza grazie ad analisi biochimiche e prove basate sull’inibizione dell’attività adenilil-ciclasica conseguente alla stimolazione cannabinoide.

L’identificazione di un recettore cannabinoide nelle cDNA libraries del cervello umano è stata immediatamente possibile, grazie all’identità del 98% della sequenza aminoacidica col recettore di ratto. Subito dopo fu identificato un secondo recettore dei cannabinoidi (CB2) nel sistema immunitario.

Il recettore CB2 è codificato dal gene CNR2; la molecola umana è costituita da 360 aminoacidi con circa il 44% di similarità con la sequenza di 473 residui aminoacidici di CB1; se si considerano solo le regioni dei domini transmembrana dei due recettori, il grado di similarità raggiunge il 68%[1]. L’elevata conservazione della sequenza aminoacidica del recettore CB1 tra la nostra specie e quelle dei roditori, non si riscontra nel CB2, che presenta una similarità meno estesa.

Come gli altri recettori accoppiati a proteine G, il recettore CB2 presenta 7 domini transmembrana (7TM), un’estremità N-terminale glicosilata e un’estremità C-terminale intracellulare, che sembra svolgere un ruolo critico nella regolazione della desensibilizzazione del recettore indotta da ligando e nella downregulation seguente la ripetuta applicazione di agonisti, probabilmente causando la riduzione di risposta di CB2 a particolari ligandi.

I recettori CB2 sono inducibili e neuroprotettivi, mediante la upregulation in risposta a varie noxae e stimoli potenzialmente dannosi, ma presentano differenze di specie nella struttura dei geni e delle proteine recettoriali, nell’espressione dei recettori stessi sulle membrane, e nelle risposte che presentano ai vari tipi di ligando specifici per i recettori CB2.

Vari studi hanno anche rilevato ed esaminato le differenze fra i trascritti dei CB2, in particolare tra cervello e milza: nelle cellule dell’encefalo CB2A è la maggiore isoforma dei trascritti; mentre nelle cellule spleniche sia CB2A sia CB2B sono presenti ad alti livelli. Questi nuovi dati, che pongono a confronto le isoforme di CB2 del cervello e della milza, possono in parte spiegare perché i primi studi non riuscivano a rilevare l’espressione del gene del recettore CB2 sulle membrane dei neuroni cerebrali.

Complessivamente, Jordan e Xi forniscono nuovi dati ed evidenze a supporto dell’espressione e della funzione nel cervello del recettore degli endocannabinoidi CB2, dal livello del gene e della proteina recettoriale, alla fisiologia cellulare, all’attività dei circuiti neuronici e al comportamento dell’animale.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-02 febbraio 2019

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Cabral G. A. & Griffin-Thomas L., Expert Reviews on Molecular Medicine 11: e3. doi: 10.1017/S1462399409000957, 2009.